Le più frequenti patologie che colpiscono le palpebre: quando arrossamenti e gonfiori devono farci consultare un medico.

Esistono patologie specifiche delle palpebre, legate alla loro caratteristica anatomica, come la blefarite, l’orzaiolo, il calazio, la dacriocistite, che si manifestano con palpebre arrossate o gonfie

  • La blefarite è un’infiammazione che interessa il margine libero delle palpebre ed è caratterizzata da bruciore, prurito, eritema e desquamazione. Può essere dovuta ad affaticamento visivo, ametropie (vizi o errori rifrattivi che comportano una riduzione dell’acutezza visiva) non corrette o errato uso di occhiali, ma può comparire anche come localizzazione di altre malattie cutanee (dermatite seborroica, rosacea, eczemi) o sistemiche (diabete, iperuricemie, dislipidemie) e di forme reumatiche di cui talora può essere un sintomo molto iniziale.
  • L’orzaiolo è invece un’infezione acuta delle ghiandole sebacee dovuta a batteri (stafilococco). Si presenta con eritema del margine cigliare con edema e pus, dolore, bruciore, fotofobia, lacrimazione, palpebre arrossate. Si cura con impacchi caldo umidi, pomate o colliri antibiotici oftalmici.
  • Il calazio è l’infiammazione di una ghiandola di Meibonio dovuta a ostruzione del dotto escretore e può localizzarsi all’esterno (cute) e all’interno (congiuntiva). Si manifesta con una sensazione di fastidio e peso palpebrale, e con palpebre arrossate. Può essere asportato chirurgicamente.
  • La dacriocistite è un’infiammazione del sacco lacrimale conseguente a infiammazioni a carico del meato nasale medio e delle vie lacrimali. Si presenta con lacrimazione intensa, iperemia congiuntivale, a volte con pus. Può essere dovuta a infezioni da stafilococco o pneumococco, traumi, tumori. Il trattamento è a base di antibiotici, irrigazioni, asportazione del sacco lacrimale.