La Società Italiana di Chirugia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (Sicpre) raccomanda di rivogersi a strutture accreditate e professionisti qualificati per gli interventi di mastoplastica additiva. Non è solo una questione di legge (che esiste ma è spesso disattesa): è soprattutto un requisito di sicurezza.

La Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, Sicpre, richiama l’attenzione su una norma di legge dello Stato spesso disattesa, che individua nei chirurghi plastici e in pochi altri specialisti i soli professionisti autorizzati a impiantare le protesi mammarie a fini estetici. In Italia si registrano ancora troppe irregolarità e ancora troppi casi di interventi eseguiti in strutture non idonee o proposti a un prezzo così basso da non poter essere in alcun modo garanzia di qualità e sicurezza.

Chi può eseguire gli interventi di mastoplastica additiva
Secondo la legge (n. 86 del 5 giugno 2012) " L’applicazione di protesi mammarie per fini estetici è riservata a coloro che sono in possesso del titolo di specializzazione in chirurgia plastica o a chi, alla data di entrata in vigore della presente legge, ha svolto attività chirurgica equipollente nei precedenti cinque anni o è in possesso del titolo di specializzazione in chirurgia generale, ginecologia e ostetricia o chirurgia toracica”. 

Perché è importante rivolgersi a un chirurgo plastico
Lo Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica è un medico che, dopo la laurea, ha studiato e fatto pratica in ospedale per altri 5 anni, acquisendo tutte le conoscenze e le tecniche utili in ambito ricostruttivo ed estetico. “Chi si farebbe operare, per un problema alla vista, da un medico che non è specialista in Oculistica? -chiede Giorgio De Santis, presidente Sicpre-. La stessa perplessità dovrebbe balzare agli occhi quando si prenda in considerazione di sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica senza rivolgersi ad un chirurgo plastico”.

Cosa verificare prima dell’intervento di mastoplastica additiva
Innanzitutto, che il chirurgo a cui ci si è rivolti sia specialista in Chirurgia plastica. Qualora non lo sia, verificare che lo stesso almeno abbia svolto, nel quinquennio antecedente il 12/7/2012 (data di entrata in vigore della legge predetta) attività chirurgica equipollente, ovvero che sia entrato in possesso, prima di quella data sia in possesso (salva la diversa interpretazione estensiva dell’art. 3. L. medesima) della specializzazione in chirurgia generale, ginecologia e ostetricia o chirurgia toracica. Ancora, come detto sopra, è fondamentale acquisire informazioni sul produttore e sulla tipologia delle protesi che verranno impiantate (per cui si può chiedere una vera e propria “etichetta”) oltre che sull’idoneità della struttura nell’ospitare interventi chirurgici: devono disporre di sala operatoria e personale dedicato.