I profumi degli anni 70 sono espressione di libertà ed emancipazione femminile.

Pantaloni a zampa e hot pants sono i must-have degli anni 70. Rappresentavano l'emancipazione femminile. Così anche i profumi anni 70 erano l’emblema della libertà acquisita. Tutte le donne desideravano Charlie, la fragranza lanciata nel 1973 da Revlon, che diventò simbolo dell’indipendenza del gentil sesso. I volti della campagna pubblicitaria erano donne giovani, libere, che indossavano i pantaloni, come Shelly Hack (attrice di Charlie’s Angel) e Naomi Sims (la prima modella afroamericana a comparire in una pubblicità di un prodotto per la bellezza).

Il corrispettivo maschile era Brut (lanciato da Fabergé nel 1964), il primo profumo ad essere reclamizzato da un personaggio famoso e virile, Henry Cooper. Bisognava convincere gli uomini che il profumo non era una cosa da femminucce.

Il “Made in Italy” diventa sinonimo di stile ed eleganza. I prestigiosi marchi italiani che entrano nel mondo della profumeria sono in aumento. Tra i profumi anni 70, la prima fragranza di Gucci risale al 1974. Nel 1978 Valentino lancia Valentino Classique da donna: note verdi si miscelano con limone e pesca. Il cuore di gelsomino, rosa e melo rivela poi note di legno di cedro, sandalo e muschio bianco.

Anche a livello internazionale un numero crescente di case di moda entra nel mondo della profumeria. Il primo profumo di Van Cleef & ArpelsFirst è stato creato nel 1974. Note di testa fruttate (mirtillo, bergamotto e mandarino) svelano un cuore di fiori e aldeidi a base di gelsomino, rosa e giacinto. La scia è dolce e avvolgente con il vetiver, l’ambra e la vaniglia.

Tra i profumi anni 70, nel 1978, Ralph Lauren entrò nel mercato della profumeria con Polo, una fragranza maschile chypre boisé: in testa note verdi di timo, basilico e artemisia; il cuore alla camomilla è reso speziato dai sentori di cumino, peperoncino e chiodi di garofano. La scia è boisé e cuoiata: patchouli, muschio di quercia, vetiver e tabacco.